Bianconero -39/365-

In questo percorso quotidiano/annuale necessariamente non posso mantenere una unità di intenti espressivi: probabilmente non ci riuscirei nemmeno se fosse la mia attività a tempo pieno, figuriamoci nei minuti, pochi, che riesco a ritagliare. Dunque non ci tento nemmeno. Ma forse è meglio così, da qui ne sta derivando un carattere, spero, fatto sì di fotografia ma anche con la fotografia. Ne deriva per me una possibilità/necessità di guardare con attenzione durante l’intera giornata, “fotografando” continuamente con gli occhi, poi per concretizzare magari uno scatto semplicissimo col telefonino. Ma dietro a questo semplicissimo scatto mi accorgo sempre che c’è qualche pensiero (vedi http://carlocolumbaphotography.cloud/estetica-ruderale-37365/) , un vissutohttp://carlocolumbaphotography.cloud/tifosi-38365/ ), una sensazione (http://carlocolumbaphotography.cloud/straight-o-street-photo-34365-bis/ ). Niente di prezioso e irrinunciabile, per carità, però è mio, è una mia espressione e una mia esposizione. Come tale è comunicazione ma soprattutto è terapia individuale, è invito al mondo esterno ad aiutarmi ad osservarmi. E per questo mi sento in dovere di ringraziare tutti.

Passiamo ad oggi. Questa volta la foto è un po’ più foto almeno in senso classico. Ma anche qui l’occasione scatena una serie di pensieri: sul bianconero, sulla fotografia in bianconero. Devo ammettere adesso una serie di cose: a) la fotografia in bianconero mi piace moltissimo; b) si sposa perfettamente con la nostra occidentale tradizione di studio della storia dell’arte; c) ho passato centinaia e centinaia di ore a sviluppare rullini e stampare in bn; c) alcuni soggetti non posso che vederli in bianconero… Nonostante questo, o forse proprio per questo, non riesco a digerire alcune affermazioni e posizioni per le quali la vera fotografia è in bianco e nero. Lo è stata, per mancanza di alternative, quella dei primi blasonati maestri, ma adesso le cose stanno molto diversamente. Mi sembra una posizione poco (posso dirlo?) onesta.. Ora dirò perchè ma prima voglio puntualizzare che non sto dando del poco onesto a nessuno, tanto meno agli autori della affermazione suddetta: ritengo che possa trattarsi di una trappola intellettuale e percettiva. Ecco perché: a) la fotografia in bn è sicuramente più astratta della foto a colori che di suo, proprio per i colori che possiede, si collocherebbe in posizione più vicina alla rappresentazione della realtà. In quanto più astratta è più facilmente suggestiva, evocativa, concettuale; b) come ben sanno quanti hanno mai composto una pubblicazione o allestito una mostra mettere insieme più fotografie a colori fatte in momenti diversi e con materiali diversi è quasi un terno al lotto! Il rischio di ottenere un qualcosa di disomogeneo e incoerente è molto più elevato che col bianconero; c) la mia formazione tecnico-scientifica e filosofico-ambientalista mi impedisce nel modo più assoluto di vedere un limite dove invece c’è una maggiore abbondanza di possibilità! E’ qualcosa che dentro di me urla per la violazione del secondo principio della termodinamica! Se con i toni del grigio riusciamo a fare delle ottime cose ancor più dovremmo riuscire, se siamo capaci, aggiungendo ad essi i toni dei gialli, dei verdi dei rossi, dei blu.

Tutto questo detto e affermato, la foto del giorno è per me oggi un lussuoso bianconero!

Una risposta a “Bianconero -39/365-”

  1. Assolutamente d’accordo con te Carlo, lo sguardo rivivifica ogni cosa e la pratica nel quotidiano è quasi zen. La macchina fotografica ha questo potere di isolare per tutti un insieme di “forze” (avevo scritto “forme” ma l’errore del compilatore automatico mi piace… forze) e queste parlano potenzialmente a tutti, anche dicendo cose non perfettamente traducibili in parole, com’è il caso della fotografia concettuale. A me qui piace “l’ordine discreto” della realtà. La semplicità, il numero tre, gli scavi in un tronco come se fossero segni e memoria di tre passaggi di vita, tre unghiate dell’animale Vita. Il bianco e nero esalta l’attenzione sulla corposità degli oggetti, la loro singolarità filosofica, e lascia all’osservatore il trmpo di trovar l’emozione corrispondente. Il colore forse abbaglia di più istantaneamente e sprigiona emozioni e lascia all’osservatore il compito di relazionarsi coi fatti ritratti. Qui il. Bianco e nero è la soluzione di lusso, l’alternativa sarebbe forse un colore solo se monocromo (un verde scuro)…ma credo che il grigio qui, necessario, sia quello antico della cenere.

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