No, così no… – 22/365 –

Bella giornata ieri… tutti in giro, una popolazione in spiaggia… Oggi è ben diverso, a parte il cielo grigio, il mondo sembra uniformemente ricoperto di cartacce, bottiglie, scarti della giornata passata all’aperto. Che tristezza! Sinceramente non capisco: come possono, i palermitani, amare tanto una spiaggia e, allo stesso tempo, atteggiarsi ad un’incuria rovinosa?  Come non pensare all’immondizia che troveremo la prossima volta? La risposta l’ho avuta contestualmente allo sgomento: la spiaggia è piena di adolescenti in costume che giocano o che stanno sdraiati. Come se l’immondizia non ci fosse! Evidentemente non “la percepiscono” abituati come sono al degrado dell’ambiente in cui viviamo. Come cittadino e come docente sono veramente scoraggiato….

Costellazioni – 21/365 –

Una costellazione di margherite, di camomilla. Chi lo sa? Magari l’universo è un grande prato costellato di fiori. Oggi, 25 aprile, mi piace pensare che questa immagine possa suggerire a tutti la via per una nostra personale liberazione.

 

PS
Da oggi cambia il nome della serie, ripetere sempre lo stesso per 365 mi è sembrato davvero eccessivo. Il progetto continua in accordo all’idea iniziale ma ogni post avrà un suo proprio nome seguito dal numero d’ordine della serie.

Il primo giorno della mia seconda volta -19 –

Sul rapporto tra la città di Palermo e il mare non si è detto abbastanza, mi piacerebbe leggere lo studio di qualche sociologo in merito. Si, Palermo è a mare ma non è una città marinara! Lo erano alcune borgate storiche: il Borgo Vecchio, l’Arenella, Vergine Maria.  Che ormai faticano a non essere degradate a periferie. Per il resto… si è preferito toglierlo addirittura dalla vista, il mare, costruendo ovunque barriere su barriere. Che dire…dal punto di vista politico, ambientale, turistico, culturale si tratta certamente di una occasione perduta. Non per sempre, spero.

Il primo giorno della mia seconda volta -17 –

Nella mia pluriennale pratica di “fotografatore” di alberi mi sono spesso concentrato sul rapporto figura-sfondo adottando tecniche che di volta in volta favorissero la visualizzazione di alcune parti rispetto ad altre una volta evidenziando la struttura portante, altre volte la vaporosità della superficie fogliare. In questo caso il gioco della rappresentazione tenta di isolare l’albero (un piccolo pittosporo) dal contesto cittadino tramite sovrapposizione di una ventina di immagini scattate spostandosi circolarmente attorno alla pianta. Il risultato finale potrebbe rifarsi ad un certo pittoricismo che non mi dispiace.