Radici…. 120-365

Realizzare che le proprie radici culturali affondino in un periodo nel quale sono state realizzate tante mostruosità come questa mi lascia perplesso e sgomento. Nel periodo in cui la mia generazione coltivava prima i suoi migliori e genuini ideali e poi faticosamente cercava di applicarli nella costruzione di una realtà lavorativa, c’è stato chi, i nostri padri in fin dei conti, ha biecamente profittato delle possibilità speculative che si erano storicamente determinate. E qui il biecamente non è ideologico, non è la speculazione che sto condannando, qui biecamente significa che non è stata usata né l’intelligenza né il gusto per fare, se non belli, almeno un poco meno brutti gli stessi oggetti della speculazione. Ci voleva molto? Non credo, no, non avrebbe comportato chissà quali maggiori spese. Dobbiamo ammettere che si è trattato di un mancato uso della cultura, e in molti casi direttamente di incultura. Insomma di insensibilità e di ignoranza. Di incapacità e di disinteresse nella progettazione. E così mentre ancora speravamo nella possibilità di costruire un mondo migliore non ci siamo accorti che già era cominciata la distruzione- senza sostituzione- dell’esistente. Che già si stavano gettando le basi che ci avrebbero condotto a confondere la realtà con il racconto della medesima (odioso storytelling…), a mistificare sui fatti perfezionando l’arte delle “fake news”, a scambiare l’incompetenza con la capacità di agire.