Estetica ruderale – 37/365-

Oggi vado sul concettuale. Del resto da queste parti ne siamo i maestri assoluti! Basta pensare alla persistenza dei ruderi cittadini risalenti all’ultima guerra o, più banalmente, alla quantità di palazzi moderni con le reti sotto i balconi… E scagli la prima pietra il fotografo siciliano che non abbia praticato il genere tra le macerie di Poggioreale!

Discepoli devoti -36/365-

Sono sicuro che i miei alunni una dedica così non me la faranno mai….La foto prende spunto dal ritrovamento fatto oggi pomeriggio durante assai faticosi lavori di sgombero di una stanza-laboratorio nella quale oggetti e cimeli di famiglia si sono accumulati per oltre 40 anni. Trovo un quaderno rilegato a mano con una dedica che risale al 1935, anno XIII dell’era fascista ossequiosamente riportato. E’ dedicata ad un bisnonno per una qualche celebrazione che sconosco, forse il pensionamento, non ne sono sicuro. Mi colpisce subito sia l’oggetto in sé, decisamente raffinato, che le diverse firme, tutte rigorosamente calligrafiche, variamente disposte e diversamente affollate foglio per foglio. Fotografo qualche pagina e lavoro un po’ con le sovrapposizioni. Spero di riuscire a rendere l’idea.

“Straight” o “Street” Photo? -35/365-

Con bruschissimo scarto rispetto a ieri propongo qui una foto direttamente dal cellulare (per giunta scarso) senza alcuna minima correzione, nemmeno elementare. Mi ha fatto ricordare la “straight photo” americana del primo novecento, movimento espressivo che, tra l’altro, ha costituito la base anche della “street photo” (anch’essa di origine americana). Dunque la domanda di oggi su una immagine che più straight (diretta) di così non potrebbe essere e che allo stesso tempo è una “street” etimologicamente autentica. L’immagine parla di brutto urbano, di strade sgradevoli, di solitudine dell’unico umano inquadrato rinforzata dalla solitudine di chi sta dentro il veicolo dal quale la foto stessa è scattata. Il paesaggio urbano è costituito da anonimi palazzoni, manca un riferimento territoriale, la strada è nettamente automobilistica, siamo in periferia. Mi viene un’altra domanda: una bella “brutta immagine”?

La piccola foresta di acanto -34/365-

Oggi la ricerca mi ha condotto su terreni vicini a quelli della grafica. L’acanto è una pianta che mi affascina (più volte ho trattato questo tema), testimonia la nostra appartenenza alla Magna Grecia, cresce prepotentemente, sembra delicata e invece è fortissima e discretamente aggressiva. Ha carattere. Mi piace un qualcosa che saprei definire solo con “gli piace stare in compagnia”. Crea raduni festosi dal verde intenso e dai bianchi luminosi. Mi è piaciuto alterare alcuni verdi facendoli virare al rosso, evidenziando così la vitalità e la apparente contraddittorietà del suo “carattere”.